Maurizio Tositti, friulano di Spilimbergo, una vita con e per il tennis
06.06.2025

Il ruolo dello psicologo nel tennis moderno

Data Pubblicazione : 02.06.2025

Intervista a Luca de Rose, psicologo

 

Luca de Rose, psicologo – psicoterapeuta, docente di psicologia dello sport con tante di quelle qualifiche e specializzazioni che se le elencassimo non rimarrebbe spazio per l’intervista:

“Effettivamente la passione per la mia professione mi ha portato a spaziare nel panorama sportivo e a conoscere atleti di primissimo livello in varie discipline anche se il tennis, primo amore, non si scorda mai”

Tu giochi ancora giusto ?

“Giocare è una parola grossa, diciamo che il tennis è stato ed è lo sport di famiglia, gioco da quando avevo 3 anni, c’è stato un periodo in cui gli allenamenti erano giornalieri, oggi ritrovo il piacere di una partita con un amico ogni tanto”

Quale credi che sia oggi il ruolo dello psicologo nel tennis moderno?

“Il ruolo dello psicologo nel tennis moderno è cambiato, siamo lontani dal classico motivatore di una volta, oggi uno psicologo dello sport che sa lavorare nel tennis, lavora in campo con gli atleti, coniuga esercizi pratici, per gestire respiro, emozioni e stress, con incontri di colloquio per lavorare sulle emozioni e sulla persona che c’è dietro l’atleta, lavora in sinergia con staff e figure genitoriali, partecipa alla vita del circolo per integrarsi e registrare anche alcune situazioni importanti fuori dal campo, vive l’atleta e lo aiuta a gestire fasi e difficoltà transitorie per migliorare la prestazione e migliorare se stessi”

Alcuni psicologi dello sport lavorano on line, cosa ne pensi di questa modalità?

“Ritengo sia impossibile fare on line questa professione se si mira a conseguire risultati utili ai propri assistiti. I professionisti, e per professionisti intendo figure laureate in psicologia, con una specializzazione in psicoterapia, magari con un master in psicologia dello sport, e con esperienza sul campo nello sport specifico, sono quelli che pongono il focus sull’atleta e questo è possibile solo lavorando a stretto contatto”

Quindi secondo te è imprescindibile il contatto e la vicinanza con l’atleta?

“Nel modo più assoluto e non solo con l’atleta. Il professionista gestisce anche la famiglia, dandole lo spazio che merita all’ interno del percorso di formazione e di crescita, riuscendo cosi a dare al tecnico o al maestro un ambiente sano e armonioso dove lavorare, sia per il tennista che per il maestro”

Serve accompagnare un tennista ai tornei?

“È un di più, ma se hai la fortuna di avere un serio professionista di riferimento far accompagnare il tennista dallo psicologo dello sport, ti può dare una lettura diversa della partita e del momento torneo, di come l’atleta lo vive di come ci sta dentro, una lettura dal punto di vista mentale ovviamente, lettura che spesso ai maestri sfugge”

Allora consigliamo di far accompagnare i giovani tennisti da uno psicologo?

“Ripeto, è un di più ma può essere veramente utile soprattutto se lo psicologo dello sport ha anche una qualifica tecnica e si intende anche di aspetti tecnici e tattici; in questo caso il confronto con il resto dello staff diventa speciale”

È il momento della domanda scomoda, quanto costa la tua figura ?

“Ovviamente è soggettivo, è un po’ come la lezione di tennis, a Capri o in Costiera Amalfitana ci sono maestri che per una lezione ti chiedono anche 100 euro, oppure in alcuni circoli di Napoli puoi trovare la lezione a 15 euro. Il punto non è tanto quanto chiede il professionista, il punto è chi paga. Quando dico chi paga mi riferisco ad un discorso di cultura sportiva che purtroppo da noi ancora non c’è. Io ho lavorato veramente per moltissimi circoli di tennis in tutta Italia, ma veramente tanti, e solo in due occasioni, con circoli del nord Italia, a pagarmi era il circolo stesso”

Quindi possiamo affermare che avvalersi della professionalità di figure come la tua rappresenta un lusso?

“Se l’onere economico ricade solo sull’atleta probabilmente si, ed è questo il motivo per cui è giunto il momento di una presa di coscienza da parte dei circoli, se l’obbiettivo è quello di formare tennisti di qualità. Lo psicologo dello sport rappresenta ormai una figura imprescindibile in un percorso di qualità e i circoli di livello dovrebbero capire che questa figura va integrata nello staff che cura gli atleti; ormai il maestro e il preparatore da soli non bastano più, ovviamente parlo sempre di percorsi di alto livello”

Ti piace il tuo lavoro ?

“Mi piace lo sport fondamentalmente. Nella mia vita, da che ho memoria, c’è sempre stato lo sport. Lo sport mi ha insegnato moltissimo. Soprattutto i miei atleti, il vederli lottare ed impegnarsi mi da la carica e la gioia necessarie per impegnarmi sempre al massimo. E’ come se dai miei atleti mi derivasse una forza, un potere e quel potere sento che appartiene a me e a me soltanto, ovviamente sempre e solo nella misura in cui lo impiego per il raggiungimento dei loro obiettivi”

Luca ti ringrazio a nome dei Giovani Tennisti Italiani che certamente trarranno preziosi spunti di riflessione da questa intervista e per coloro che volessero saperne di più indichiamo il tuo sito www.lucaderose.it

“Grazie a te e un saluto affettuoso ai Giovani Tennisti Italiani”.