Intervista a Daniella Torrelles, Capo Delegazione Spagnola
Origini venezuelane, passaporto italiano, spagnola di adozione con trascorsi panamensi: in una frase tutta “l’internazionalità” di Daniela Torrelles, 25 anni, psicologa, Capo Delegazione dei GTI in Spagna.
Daniela verrebbe da definirti la “psicologa dei due mondi”, spiegaci cosa ti ha portata dal Sud America ad essere Capo delegazione dei GTI in Spagna:
“E’ presto detto, mi sono innamorata e ho sposato un imprenditore ed ex tennista italiano con interessi in diversi paesi. La sua passione per il tennis presto è diventata la mia, anche se le mie performance sui campi rossi sono molto lontane dalle sue. La passione però è rimasta e anche se non vincerò mai Wimbledon cerco di dare il mio piccolo contributo a questo meraviglioso sport”;
Daniela raccontaci di te, avete figli? Anche loro piccoli tennisti?
“Abbiamo una bambina di nove anni, Milena, che ha provato a giocare a tennis ma poi ha preferito dedicarsi al nuoto artistico, peraltro con ottimi risultati essendo arrivata in breve tempo a competere a livello nazionale. Inizialmente io e mio marito avremmo preferito si fosse dedicata al tennis ma per noi la cosa più importante è stata trasmetterle la libertà di scelta come valore assoluto, che definirei il primo passo verso una vita felice e in futuro…chissà”;
E l’incontro con i GTI come è avvenuto?
“Come ho detto mio marito è un ex tennista e ha sempre mantenuto forti contatti con l’Italia e con il mondo del tennis. Quando mi ha proposto questo ruolo mi sono informata sull’Associazione, ho letto la “mission” che la anima e non ho avuto dubbi ad accettare questo incarico che ritengo prestigioso. Cercare di far avvicinare i piccoli meno fortunati al mondo del tennis e al contempo cercare di supportare le carriere dei giovani emergenti la ritengo una sfida di alto livello, sportivo e morale. Una sfida che merita di essere accettata”;
Quali sono i primi passi che intendi compiere quale Capo delegazione dei GTI?
“Premesso che per me è un incarico entusiasmante, come prima cosa sto cercando di coinvolgere anche amici spagnoli a far parte della delegazione e assieme a loro identificare le giuste strategie nell’interesse dei giovani tennisti italiani e spagnoli”;
Hai già in mente un progetto concreto?
“Certamente. Penso alla realizzazione di un programma di scambi sportivi e culturali tra i piccoli atleti delle due nazioni attraverso l’ospitalità reciproca che promuova lo studio della lingua e l’apprendimento di modalità di allenamento e culture tennistiche diverse”;
Mi sembra un ottimo progetto, bello e ambizioso:
“Certamente bello e probabilmente ambizioso; cercheremo di coinvolgere gli amici giusti e di reperire le giuste risorse per realizzarlo. Anche l’impresa più ardua inizia con il primo passo e noi lo stiamo facendo”;
A questo punto non mi resta che complimentarmi per il tuo coraggio e per la tua determinazione:
“Ti ringrazio, anche se il vero coraggio ritengo sia quello che ci dimostrano quotidianamente i nostri piccoli atleti, allenandosi per ore e ore all’inseguimento di un sogno, a volte di una chimera, incuranti dei dolori e della stanchezza”