Intervista a Gaia Squarcialupi
Gaia Squarcialupi, aretina, classe 1997, 719 WTA, best ranking 627 WTA. La prima cosa che ti colpisce nel vedere giocare Gaia è l’intensità del suo tennis. A bordo campo senti quasi lo spostamento d’aria dei suoi colpi, se hai il cappello è meglio che lo mantieni con la mano.
Gaia a che età hai iniziato a giocare a tennis? E chi ti ha fatto avvicinare a questo sport?
Ho iniziato a giocare a tennis all’età di 5 anni ad Arezzo “per caso”. Un amico di scuola andava al centro estivo e quindi andai con lui. Fu amore a prima vista, mai smesso di giocare e mai provato altri sport.
Dove ti alleni e chi è il tuo maestro?
Adesso, da quasi 1 anno, mi alleno presso il circolo della Stampa Sporting a Torino con il maestro Lucio Rossi. Con lui ho iniziato un percorso in un’accademia a Bari, all’età di 16 anni, ed è stato lui ad indirizzarmi verso un percorso più “impegnativo” di tipo professionistico. Poi all’età di 21 anni ci siamo “separati” e mi sono allenata 5 anni all’accademia dei fratelli Piccari ad Anzio.
Quante ore al giorno ti alleni?
Durante la settimana mi alleno sempre 4 ore al mattino, dalle 9.00 ale 13.00, 2 in campo e 2 in palestra. Nel pomeriggio vado sempre in palestra altre due ore mentre in campo mi alleno 2/3 pomeriggi a settimana.
Prima di andare a Torino dove ti allenavi?
Mi sono allenata 5 anni dai Piccari ed è stata un’esperienza bellissima, mi hanno insegnato tanto sotto tutti i punti di vista, del resto loro hanno portato tante giocatrici a livello slam. Sono degli ottimi coach e li ringrazio per tutto quello che mi hanno trasmesso in questi anni. Ad Anzio ho avuto l’opportunità di allenarmi anche con Lucia Bronzetti e ascoltare i preziosi insegnamenti di Karin Knapp.
Qual’è stata la tua miglior partita?
La mia miglior partita penso di averla giocata in Portogallo, contro una ragazza allora 250 WTA. Ho perso 6/4 al terzo set ma nonostante la sconfitta ho espresso un gran tennis e me la ricorderò credo per sempre. Spero di giocare altre partite a questo livello di gioco, possibilmente vincendole.
Qual è il ricordo più bello della tua ancor breve carriera?
Il ricordo più bello è sicuramente il primo torneo vinto, un 15.000$ in Egitto, al Cairo. Ho provato delle emozioni indescrivibili. Il primo torneo vinto non si scorda mai. Un altro ricordo bellissimo è stata la promozione in serie A con il circolo tennis Giotto di Arezzo. Un percorso iniziato dalla serie C, sono stati 4 anni lunghissimi e allo stesso tempo bellissimi. Ogni anno c’è stata una promozione fino a raggiungere la massima serie nazionale, A2. Ovviamente l’obbiettivo è A1 e ci lavoreremo come abbiamo fatto in tutti questi anni.
Il ricordo più brutto?
Il ricordo più brutto è stato l’infortunio alla caviglia durante un torneo a Sharm el Sheik che poi mi ha costretto a fermami per 3/4 mesi.
I prossimi programmi?
Giocherò a fine mese l’ultima giornata di gara a squadre in Germania, subito dopo mi allenerò un paio di settimane per poi giocare a metà luglio il torneo 35.000$ di Torino.
Dove ti vedi nel 2030?
Nel 2030 mi vedo sempre nel tennis, ancora come giocatrice, se avrò raggiunto i miei obiettivi, oppure in veste di coach, ma sicuramente sempre e solo sui campi da tennis!
Cosa ti senti di dire ai nostri lettori, i Giovani Tennisti Italiani
Quello che mi sento di dire ai giovani che si avvicinano al nostro sport è che questa vita non è facile come sembra, ci sono momenti bellissimi dove l’impegno che metti viene ripagato, ma anche tanti momenti dove non ti torna niente, anzi. Quindi vorresti mollare tutto. Io se sono riuscita a superare tanti di questi brutti momenti è grazie al supporto costante della mia famiglia, senza loro non avrei mai potuto vivere queste esperienze belle e brutte. Poi il tennis da sempre è stata la mia prima e unica passione quindi questa vita non la cambierei con nessun’altra al mondo.