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Coach Francesco Piccari, serietà e competenza

Data Pubblicazione : 23.06.2025

Intervista al Coach Francesco Piccari

 

Pensi ad Anzio e ti viene in mente il cielo terso, il mare azzurro ma a me, che quei luoghi conosco come le mie tasche, viene in mente tutt’altro, mi viene in mente l’Inghilterra di inizio novecento, il Castello di Alnwick. Entrando nel castello, chiedo scusa, nel circolo dei fratelli Piccari, Francesco ed Alessandro, e percorrendo il primo vialetto che costeggia i campi scoperti, non puoi non sentire la risata cristallina di Hermione Granger o, più avanti, giunto ai primi campi rossi coperti non puoi non notare quelle due figure che si muovono nella penombra; si, sembrano loro, Severus Piton e Albus Silente. Un momento, chi ci sta venendo incontro? E’ lui, è Henry P…P…Pardon, Francesco Piccari.

Daniela Hantuchova, sette titoli WTA e 5 del mondo, Karin Knapp 2 titoli WTA e 32 del mondo, Liudmila Samsonova 12 del mondo, Deborah Chiesa 143 del mondo, Federica Di Sarra 192 del mondo, Gaia Squarcialupi 627 del mondo, Denise Valente 911 del mondo, Lucia Bronzetti 46 del mondo e tante, tante altre ragazze ancora.

Francesco, se questa non è magia spiegaci che cos’è…ormai su te e tuo fratello Alessandro aleggia la leggenda che se uno vi porta la figlia 3.1 dopo un paio d’anni se la viene a riprendere top 100;

Prima di tutto ciao a tutti, vi ringrazio di avermi coinvolto in questa splendida iniziativa, sono felice di poter condividere con voi e con i giovani tennisti italiani le esperienze che ho avuto la fortuna di fare. Rispondendoti nessuna magia, nessuna ragazza viene da noi 3.1 o 500 del mondo ed arriva ad essere una professionista se non ha le qualità per poterci arrivare. L’obiettivo che ci diamo quando iniziamo a lavorare con una ragazza è quello di aiutarla ad esprimere il massimo del suo potenziale. Hai nominato delle ragazze che avevano un potenziale altissimo ma ce ne sono state tante altre che sono state felici del percorso tennistico che hanno fatto insieme a noi. Comunque l’unica cosa che trovo sia magica è la passione che io ed Alessandro condividiamo per questo sport ed in particolare per la parte agonistica. Questo ci spinge a migliorarci, a confrontarci, a passare ore ed ore guardando tennis o parlando di tennis senza che questo sia un sacrificio. Un’altra cosa di cui andiamo fieri è il rispetto che abbiamo per le ragazze che vengono ad allenarsi con noi, per i sacrifici che fanno le loro famiglie, anche per questo cerchiamo di proporre sempre una qualità negli allenamenti che forse non si trova dappertutto;

Sappiamo che come giocatore sei arrivato alla posizione 233 ATP ma a questo punto devi soddisfare la curiosità dei GTI Giovani Tennisti Italiani. Che tipo di giocatore è stato Francesco Piccari? E quale vittoria ti ha reso più felice?

Ero un giocatore aggressivo con una buona mano, mi piaceva andare a rete, variare il gioco. Ogni vittoria mi ha reso felice. Non ho vinto tornei particolarmente importanti per cui non ne ricordo uno più degli altri. Oggi che faccio l’allenatore mi rendo conto che aver partecipato a qualche Slam, aver giocato con tennisti importanti del calibro di Djokovic, Berdich, Gaudio sono state le esperienze più vicine al professionismo;

Il momento più brutto della tua carriera?

Il momento più triste è stato quello in cui ho preso coscienza di dover smettere di giocare;

Il giocatore più forte che hai incontrato?

Il più forte Djokovic. Tra gli italiani Fognini e Bolelli (molto giovani), poi Bautista Agut, Andujar, Zib e qualcuno si è lasciato battere…

Quando hai iniziato ad allenare?

Ero fidanzato con Karin e giocavamo tutti e due. Ci siamo conosciuti in un torneo misto WTA / ATP poi lei si è fermata per operarsi al ginocchio e quando ha ripreso non aveva più allenatore e mi ha chiesto di seguirla, così io ed Alessandro abbiamo iniziato ad allenare Karin ed altre ragazze più giovani;

La carriera di allenatore è stata una logica conseguenza della tua passione per il tennis o è stata una scelta ponderata?

Non è stata una scelta, semplicemente giravamo per il circuito femminile e arrivavano richieste dalle ragazze. Quando abbiamo provato a seguire anche i ragazzi è stato molto divertente ma un po’ dispersivo;

Oggi alleni Lucia Bronzetti. Che sia una ragazza meravigliosa lo so anch’io ma dicci, in campo che tipo di giocatrice è?

Lucia è una contrattaccante. Ha un’impostazione maschile, fa un buon uso del dritto a sventaglio, segue delle giocate maschili. Se non è sempre decisa perde un po’ in pesantezza di palla. Si muove bene, molto tenace;

E’ facile allenarla?

Lucia mette sempre il 100% in ogni allenamento quindi è facile dal quel punto di vista. Per raggiungere questi risultati ha dovuto imparare a fare delle cose che non le piacevano. Come tutti quando usciamo dalla zona di comfort diventiamo più nervosi, più insicuri…ho il mio bel da fare. Scherzi a parte ha il suo caratterino, ma una certa personalità per competere in questi palcoscenici ci vuole. Nel corso degli anni è diventata sempre più competente e consapevole per cui anche più esigente con tutto lo staff;

Quali sono i vostri progetti a breve termine?

Cerchiamo di darci sempre degli obiettivi di gioco da migliorare e i risultati in teoria dovrebbero venire come conseguenza. Tra gli obiettivi c’è sicuramente quello di arrivare ad essere testa di serie in uno Slam, ma non può essere a brevissimo termine;

Per finire, ho sentito dire che quando eri ragazzo e ti volevi allenare costringevi Alessandro a giocare con te minacciando di picchiarlo, verità o altra leggenda?

Mio Fratello ancora se ne lamenta. Eravamo molto piccoli, era il mio compagno di gioco e quando non ne aveva voglia…gliela facevo venire.

Bene Francesco, ti ringrazio per il tempo che ci hai dedicato e sono certo che tutti i ragazzi che ci seguono troveranno interessantissima questa intervista e potranno trarne i giusti motivi di riflessione.