Intervista a Carlo Rombolà
Carlo Rombolà, calabrese di Vibo Valentia, mentore di molti campioncini campani e non.
Mariano Tammaro, Lorenzo Peluso, Luciano Barbarino e tanti altri ancora. Carlo qual è il tuo segreto?
Chi fa il mio mestiere sa che non ci sono segreti, Bisogna lavorare tanto, programmare gli obiettivi. Quello che ho osservato io, rispetto ad alcuni miei colleghi, è una grossa attenzione all’aspetto educativo ed alla persona che sta dietro al giocatore, e questo mi ha sicuramente aiutato, ma non credo sia un segreto
Sei sempre stato una persona estremamente umile ma chi ti conosce sa che dietro al maestro di tennis c’è tanto altro ancora e ai tuoi allievi non trasmetti solo i movimenti del dritto e del rovescio ma valori sempre più difficile da trovare;
Era quello che dicevo prima. Se vogliamo creare atleti solidi, solidi devono essere i valori che stanno dentro l’atleta. È un lavoro impegnativo ma gratificante
E’ di tutta evidenza che tu trascendi il ruolo di maestro latu sensu impersonando quello dell’educatore a tutto tondo;
Preferisco pensarmi più come un educatore di tennis, che come un insegnante di tennis.
Se non abbiamo detto sciocchezze questo tuo modo di approcciare e vivere la tua professione ti ha portato ad avere qualche contrasto con i genitori dei tuoi allievi?
Quando due realtà educative si incontrano, visioni valoriali differenti si incontrano, il confronto dialettico può accendersi.
Quando al tuo circolo arriva un nuovo allievo qual è la prima cosa che guardi?
Più che guardare lui, cerco di capire se posso aiutarlo ed in che modo.
Come approcci i genitori che ti portano il figlio convinti di avere un piccolo Federer?
Fin’ora non mi è capitato proprio così. Certamente a qualche genitore capita di non avere le idee molto chiare sui figli, ma personalmente sono sempre molto chiaro
Fisico, tecnica o aspetto mentale, qual è secondo te la parte più importante nel tennis moderno?
Dipende dal livello. Se parliamo di alto livello Certamente l’aspetto mentale fa la differenza. Più il livello di gioco cala più possono contare altre cose.
In questo momento hai qualche allievo o allieva con concrete possibilità di affacciarsi al tennis professionistico?
Ogni bimbo nasce “genio” ma non tutti lo confermano. Le variabili sono davvero tante. Diciamo che abbiamo degli allievi bravi. Vediamo cosa succede.
Sei stato anche un buon giocatore, quali erano le tue caratteristiche?
Buon giocatore è una parola grossa. Io ero un giocatore molto aggressivo con il punto di forza nel servizio
Farai avvicinare i tuoi figli al tennis?
I miei figli giocano e si divertono già
Qual è un tuo sogno a breve termine?
Fare il meglio che posso, con quello che ho, dove sono in quel momento, già mi gratifica
Dove ti vedi tra dieci anni?
Su un campo da tennis.
Bene Carlo noi ti ringraziamo per la tua disponibilità a nome di tutti i GTI, Giovani Tennisti Italiani, e speriamo che tu riesca a portare la loro mission anche nella splendida regione Campania
“ Grazie a te e a tutti i Giovani Tennisti Italiani e non abbiate dubbi, anche la Campania contribuirà alla realizzazione della mission dell’Associazione”.




